Libero di fatturare gratuitamente

Riceviamo spesso domande riguardo alla convenienza economica circa l’apertura di una partita IVA in regime Forfettario.
Nella valutazione occorre innanzitutto poter stimare il fatturato che si presume verrà generato. La stima del fatturato presunto dipende dai potenziali contratti o dagli accordi coi propri committenti (i tuoi futuri clienti).
Il fatturato presunto, o quello effettivo se sei già titolare di Partita IVA in regime forfettario, subisce poi imposizione fiscale (le “tasse” che si versano allo Stato) e quella previdenziale (i contributi versati per la propria futura pensione). Occorre perciò valutare l’incidenza della gestione previdenziale e di quella fiscale per conoscere la reale convenienza della partita IVA in regime forfettario. 
Vale poi la pena ricordare che i benefici della “flat-tax” del regime forfettario escludono quelli previsti per tutti i lavoratori soggetti ad imposizione fiscale “progressiva” secondo gli scaglioni IRPEF. In particolar modo, sono perse le detrazioni su spede mediche e sanitarie, sulle ritruttrazioni edilizie, su quelle veterinarie, sulle spese per istruzione dei figli, ecc.
Anche i costi inerenti la propria attività professionale o di impresa non potranno essere dedotti dai ricavi, già scontando il fatturato percepito di una riduzione “forfettaria” (da cui il nome del regime) secondo le percentuali ATECO, riportate più avanti.

Gestione Previdenziale

A seconda dell’attività svolta, che si tratti cioè di attività professionale qualificata, non qualificata, parasubordinata  o attività di impresa, il contribuente ha l’obbligo di iscrizione ad apposita cassa previdenziale. Esistono tre possibili gestioni previdenziali. I nostri professionisti ti guideranno nell’illustrarti quale sia la gestione corretta di riferimento per la tua attività.

1)GESTIONE ARTIGIANI E COMMERCIANTI

La regola generale vuole che a tutti gli imprenditori artigiani e commercianti sia richiesto un versamento contributivo fisso annuale di circa € 4.200, a prescindere dal fatturato complessivo, e con variazioni nell’ordine di un centinaio di Euro a seconda dell’attività svolta e dell’età anagrafica del contribuente (lievi agevolazioni per i minori di anni 21). La quota di reddito eccedente, il così detto “reddito minimale” (per il 2023 pari ad € 17.504), è soggetta ad ulteriore onere contributivo compreso fra il 23%-25%, entro il massimale di € 86.983 per il 2023.

Tuttavia, per artigiani e commercianti in regime forfettario si applica, sia sul contributo minimo sia su quello eccedente la quota di reddito minimale, una riduzione pari al 35% per coloro che ne abbiano fatto espressa richiesta all’INPS.

Esempio:

Reddito netto: € 30.000 (per maggiori informazioni su cosa sia il reddito netto, si rimanda alla seguente parte sulla “Gestione Fiscale“)

Contributo fisso ridotto: 4.200 – ( 4.200 * 35%) = € 2.730

Contributo eccedente il minimale: (30.000 – 17.504) * 24% = € 2.999,04

Contributo eccedente il minimale ridotto: 2.999,04 – (2.999,04 * 35%)= € 1.949,38
Totale contributi ridotti dovuti: € 2.730 + € 1.949,38= € 4.679,38

2)GESTIONE SEPARATA

I lavoratori parasubordinati, i lavoratori autonomi occasionali con redditi superiori ad € 5.000 e altre categorie di lavoratori auonomi “senza cassa”, cioè non obbligati ad iscrizione presso specifiche casse previdenziali, hanno obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS. A differenza di quanto accade per Artigiani e Commercianti, non è previsto un versamento contributivo minimo. Si applica invece un’ aliquota contributiva compresa fra il 24-26% sul reddito netto fatturato e incassato.

3)PROFESSIONISTI CON CASSA DI PREVIDENZA

Oltre alle gestioni INPS, esistono specifiche casse previdenziali per i lavoratori autonomi soggetti ad iscrizione ad appositi albi professionali (infermieri, avvocati, architetti, dottori commercialisti, veterinari, ecc.) ai quali è sempre richiesto il versamento del contributo integrativo esposto in fattura (il 2 o il 4% della base imponibile fatturata).

A seconda della Cassa di appartenenza è poi richiesto il versamento di un contributo soggettivo minimo, a cui si aggiunge un contributo soggettivo percentuale nell’ipotesi in cui si superiano determinare soglie reddituali (contributo soggettivo solitamente compreso fra il 10-20% del reddito netto).
Infine, un contributo maternità fisso, da versare sia per i lavoratori di sesso maschile che di sesso femminile (mediamente € 50 all’anno).

Hai ancora dubbi o quesiti?

Per avere maggiori informazioni su quale sia l’incidenza contributiva della tua specifica gestione contributiva, contatta i nostri esperti!

Gestione Fiscale

Occorre innanzitutto avere una idea del fatturato che ci si aspetta di generare dalla propria attività professionale o di impresa.
Il fatturato presunto dovrà essere ridotto della percentuale ATECO caratteristica della propria attività. Di seguito la tabella da cui estrapolare la percentuale di redditività ATECO:

Dopo l’applicazione della percentuale ATECO è possibile sottrarre l’importo dei contributi previdenziali versati nell’anno di competenza fiscale.

ESEMPIO: 
Attività di pulizia uffici/condomini. Codice ATECO 81.21.00 – coefficiente di redditività 67%.

Fatturato presunto: € 45.000 x 67% = € 30.150 (Reddito netto)
 

Contributi INPS versati nell’anno di imposta: € 4.500,00

Base Imponibile: 30.150-4.500 = € 25.650,00

Sulla base imponibile è possibile applicare l’aliquota del 5%, per le nuove attività,
o del 15% a partire dal quinto anno successivo all’apertura della Partita IVA.
Totale imposte da versare: € 25.650,00 x 5% = € 1.282,50

Per poter fruire dei benefici fiscali legati all’applicazione del Regime “Flat-tax” Forfettario la Legge definisce alcuni importanti requisiti di accesso:

– Ricavi conseguiti o compensi percepiti, ragguagliati ad anno, di ammontare non superiore a 85.000 euro (il limite in vigore fino al 2022 era 65.000 euro);

– Sostenimento di spese per un ammontare complessivamente non superiore a 20.000 euro lordi per:

 -lavoro accessorio;     

 -lavoratori dipendenti;     

 -altri collaboratori;
    

 -somme corrisposte per le prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore medesimo o      dai suoi familiari.

La Legge stabilisce poi ulteriori cause ostative, le più importanti delle quali sono di seguito riepilogate:

– possesso di partecipazioni in società di persone, associazioni o imprese familiari; 

– controllo, diretto o indiretto, di società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, che esercitano attività economiche direttamente o indirettamente  riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni;

– possesso, nell’anno precedente, di redditi di lavoro dipendente e assimilati eccedenti l’importo di 30.000 euro; la soglia non deve essere verificata se il rapporto di lavoro è cessato.

Per ulteriori informazioni per sapere se la tua situazione fiscale è compatibile con le limitazioni previste per l’accesso al regime forfettario, non esitare a contattarci in qualsiasi momento.

Se hai già emesso fatture elettroniche con altro software nel corso del 2023, possiamo recuperare col tuo consenso i dati trasmessi all’Agenzia delle Entrate ed elaborarli per la prossima dichiarazione dei Redditi. Se hai emesso fatture cartacee, sarà sufficiente trasmette ai nostri professionisti dedicati le informazioni in tuo possesso. 
I nostri Dottori Commercialisti ti saranno accanto in questa semplice fase di transizione. 
Contattaci oggi stesso per avere maggiori informazioni.